Tra gli alberi del Parco Museo Jalari, le botteghe artigiane fungono da scrigno per oltre 15.000 reperti, ciascuno un’autentica testimonianza del passato, catalogato con cura dalla Soprintendenza dei Beni Culturali di Messina. Questi pezzi unici, ritrovati e riportati al loro luogo d’origine, narrano silenziosamente la storia attraverso i secoli.
Le casette in pietra, come piccoli scrigni del tempo, ospitano officine di lavoro che rievocano l’antica maestria degli artigiani. Gli arnesi, posati con cura da mani esperte, ridanno vita alle attività di coloro che li impiegavano, trasmettendo l’atmosfera vibrante di una bottega ancora pulsante di vita.
Il Parco Museo Jalari non si limita a custodire reperti tangibili; è anche un depositario di un ricco patrimonio immateriale. Le mura risuonano di proverbi tramandati nel tempo, mentre le sagre ed eventi folcloristici annuali danno vita a tradizioni radicate nel tessuto culturale del luogo. Jalari diventa così un luogo dove il passato si intreccia con il presente, un ponte tra le generazioni che custodisce e celebra la ricchezza della storia e della cultura locale.
U CUTIDDERI L’arrotino Mestiere di un tempo in cui si produceva, si consumava, si riparava quello che si era consumato, non richiedeva necessariamente un laboratorio
U TUNNERI Il Tornitore La tecnica di far ruotare un pezzo di legno su struttura apposita e di comporre la forma desiderata, utilizzando un utensile
U SPIZZIALI Il Farmacista Gli Speziali, oltre a preparare essi stessi le medicine su prescrizione dei medici, vendevano le erbe, le droghe e le spezie
U LAVATURI Il Lavatoio Le donne iniziavano mettendo in ammollo la biancheria sporca con un’insaponatura generale. L’indomani mattina si sfregava ritmicamente la biancheria contro una
U SCAPPILLINU L’Intagliatore della pietra Macine, mortai, vaschette in pietra, capitelli e decori per ricchi palazzi ma anche semplici lastroni per marciapiedi, venivano sapientemente scolpiti
U RICUTTARU Il Ricottaio È il luogo che il pastore utilizzava per la preparazione della ricotta. La ricotta si otteneva con una particolare lavorazione del
U SUDDUNARU Il Sellaio Qui venivano realizzate selle e paramenti per asini e cavalli. Anche questo “Maestro”, come il maniscalco, doveva avere un’ottima conoscenza dei
U FERRA SCECCHI Il Maniscalco Non era solo colui che ferrava cavalli ed asini, infatti il suo lavoro andava dalla pulitura degli zoccoli alla coniatura
U STAGNATARU Lo Stagnino Era colui che costruiva e riparava pentole provvedendo anche a zincare le pentole di rame per impedirne la tossicità. Lo stagnino
U CARRADURI Il Carradore Questo mestiere era l’anello finale di una catena di montaggio, era infatti colui che assettava i carretti concludendo con la completa
U FALIGNAMI Il FALEGNAME Dalle mani sapienti di questo artigiano passava tutto ciò che era fatto in legno, da mobili ad oggetti da lavoro a
U BABBERI Il Barbiere Differentemente dalla figura odierna, il barbiere era anche colui che estraeva i denti, applicava i salassi, medicava le ustioni, organizzava serenate
U SCAPPARU Il Calzolaio Colui che fabbricava ed aggiustava scarpe sandali e stivali. Qualità e varietà delle produzioni facevano del mestiere del calzolaio un momento
U BUTTARU Il Bottaio In questi tre oblo gli oggetti necessari per la costruzione delle botti. Il procedimento di lavorazione era fatto necessariamente a mano
U TRAPPITU Il Frantoio Luogo per l’estrazione dell’olio dalle olive. L’olio, ottenuto dalla spremitura dell’ulivo, è condimento sacro sulle nostre tavole ed alimento importante per
U PAMMENTU Il Palmento È il luogo dove veniva estratto il succo dalle uve (mosto) che successivamente sarebbe diventato vino. Qui annualmente ha luogo la
A SENA La Noria Fu introdotta in Sicilia dagli Arabi che portarono nell’Isola invenzioni ed accorgimenti per l’irrigazione e l’uso dell’acqua in generale. La noria
L’Ara La forza della preghiera supera le barriere, ci mette in contatto con l’Onnipotente, è la porta dei miracoli. Tutti i popoli pregano, che siano
U RADIOTECNICU Il Raditecnico È il mestiere più nuovo ricordato al Parco Museo Jalari. Era colui che aggiustava le prime radio e televisioni a valvole
U QUATTALARU Il Vasaio Colui che fabbricava gli oggetti in terracotta dai vasi alle pentole ai canali ed i capocanali. Il vasaio, per realizzare i
A’ Caccara 2 La Fornace Questa è la parte alta della “Caccara”. Qui, riciclando il calore con cui si scioglieva la calce, si cuocevano mattoni
U SPIRITARU L’Estrattore dell’olio essenziale dagli agrumi L’estrazione degli oli essenziali dagli agrumi fu per molto tempo una delle principali fonti di guadagno per l’economia
A’ Caccara La Fornace Questo edificio serviva per la cottura delle pietre calcaree dalle quali veniva estratta la preziosa calce utilizzata nell’edificazione di botteghe ed
U Mulinu Il Mulino Il mulino è un impianto per la macinazione del grano. Questo mulino a pale orizzontali rappresenta una delle più grandi innovazioni
U TILARU Il Telaio Quello delle tessitrici non veniva considerato un vero e proprio lavoro in quanto tutte le donne lavoravano al telaio. Qui l’insegna
U FIRRARU Il Fabro I fabbri fornivano strumenti per il lavoro, armi per la difesa e la guerra, utensili per la casa e per il
U SATTU Il Sarto Il sarto, con l’immancabile metro al collo, stava dietro al lungo banco su cui tagliava, imbastiva, stirava o seduto alla macchina
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