A PUTIA
La bottega di generi alimentari, era molto diversa dagli odierni supermercati. Molto più piccole, fornivano generi di prima necessità propri del luogo e di stagione (tranne le eccezioni di prodotti essiccati come i legumi o i salati).
A volte le botteghe (come quella del Parco Museo Jalari) erano anche delle piccole osterie (putia du vinu) nelle quali si vendeva vino sfuso e piatti unici, in genere a base di legumi.
A caratterizzare la piccola osteria, era un ramoscello d’arancia posto come insegna sul portale che gli asini e i cavalli dei carrettieri riconoscevano come luogo in cui sostare, era inoltre un sotterfugio utilizzato dagli uomini che davanti alle mogli dicevano tra loro “nni videmu sutta u ramu d’aranciu” per dissimulare il fatto che andavano a bere.
A causa del fatto che la putia du vinu era punto d’incontro di uomini, era proibito alle donne recarvisi dopo il tramonto.