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U SATTU
Il Sarto

Il sarto, con l’immancabile metro al collo, stava dietro al lungo banco su cui tagliava, imbastiva, stirava o seduto alla macchina da cucire, la gloriosa ‘Necchi’ o la ‘Singer’. Appesi a chiodi, e a un palo, pendevano cappotti, giacche, pantaloni.

A quei tempi, la stoffa doveva avere due diritti perché gli indumenti, quando erano troppo lisi, venivano completamente scuciti e rifatti e infine ridotti per i bambini. Cappotti, giacche, vestiti e pantaloni venivano tagliati, imbastiti con cura, preparati per la prova e, infine, stirati, con il ferro a carbonella.

Oggetti caratteristici: I ferri da stiro a carbone e quelli ad acqua, la macchina per i bottoni a pressione, la mezzaluna per stirare, la raccolta dei modelli ed il metro in legno.

 

Tradizione:

Tanti acchetti, tanti buttuna.

(Tante quanto sono le asole, dovranno essere i bottoni.)

Di na coppula non si po’ fari un vistitu.

(da una “coppola” non si può ricavare un vestito.)